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Il corteggiamento, un’arte scomparsa?

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Il corteggiamento è quella fase particolare di una relazione in cui generalmente una persona ne vede un’altra che reputa sufficientemente interessante, e decide di mettere in atto una serie di comportamenti con il preciso scopo di conquistarne le attenzioni e creare un legame che l’avvicini a sé.

Pur non sapendo ancora con certezza a cosa porterà quella relazione, si tenta comunque un avvicinamento, cauto, esplorativo.

E’ un comportamento diffuso in ogni cultura, seppur con le dovute differenziazioni; magari le unioni sono regolamentate e decise a tavolino, ma l’arte della seduzione deve in qualche modo esplicitarsi, se non con dei rituali precisi, almeno con qualche accorgimento ben identificabile.

Ciò che accomuna comunque tutte le forme di corteggiamento è che l’uomo è la parte attiva, mentre la donna lancia dei segnali di disponibilità ma solo nei confronti dell’uomo che lei stessa sceglie. Il suo ruolo quindi non è mai così passivo e succube come si crede.

È un’arte antica, dal sentore decadente, che oggi si considera antiquata e alla stregua degli ultimi inguaribili romantici che vi ricorrono per ottenere conquiste. Nello specifico scelgo qui di trattare la seduzione dell’uomo verso la donna ma sappiamo bene che il corteggiamento può avvenire nelle più varie situazioni e in ogni tipo di coppia.

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È un comportamento che si potrebbe definire universale, ma sempre osservato dal punto di vista del maschio che conquista la femmina, poiché considerata, quest’ultima, come preda con l’uomo nel ruolo di cacciatore. Parlo quindi in particolare dell’uomo perché il corteggiamento nasce così, quando ancora era solo l’uomo a dover conquistare una donna, e mai il contrario, come accade invece oggi.

 

Lo si considera un’arte, anche se leggermente in disuso, perché comprende tutta una serie di attenzioni e l’impiego di finezze da vero artista; l’uomo dovrà, utilizzando un intuito molto sottile, capire chi ha di fronte, cosa gradisce o cosa rifugge la donna in questione, quali mezzi utilizzare e quali sue qualità esporre per prime al fine di conquistarne le grazie e le attenzioni. Un’arte che utilizza empatia, intuito, attenzioni e intelligenza relazionale. L’arte del corteggiamento e la seduzione servono anche solo per mantenere vivo un rapporto offrendo delle attenzioni particolari, che fanno sentire, nello specifico quindi la donna, ancora amata, ricercata e desiderata.

La donna, dal canto suo, ha anch’essa le sue armi da utilizzare nella conquista dell’uomo, e anche se le cose sono molto cambiate rispetto, ad esempio, a un secolo fa, la situazione da questo punto di vista è rimasta molto simile e questo potrebbe sorprendere. Sicuramente la donna ha contribuito a mettere in discussione molte certezze e sicurezze che hanno spiazzato gli uomini: è divenuta molto più intraprendente e spesso fin troppo aggressiva e sicura di sé, mettendo in atto comportamenti che spesso spaventano gli uomini e li fanno fuggire, invece di attrarli a sé.

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Una grande fetta del mondo femminile in realtà ancora pare apprezzare molto l’uomo che si prende la briga, è il caso di dirlo, di corteggiarle e di perdere tempo nel tentativo di conquistarle, anche se non ha nessuna certezza del risultato. Il corteggiamento infatti prevede proprio questo: che l’uomo si rivolga alla donna che sceglie, facendo uso di un particolare atteggiamento che utilizza il linguaggio non verbale oltre a quello verbale,  passando da particolari posizioni del corpo ai complimenti, agli sguardi infuocati, alle azioni mirate per sorprenderla o farsi apprezzare, fino ad arrivare alla conquista vera e propria, di cui però non ha la certezza quasi mai; fase questa in cui, una volta avviata, dovrà cercare di mantenere vivo il rapporto con frequenti slanci che mirano a rinsaldare la relazione stessa.

La donna oggi sa bene quando un uomo sta per iniziare a sedurla, intuendo da subito i segnali lanciati da un uomo che tenti di avvicinarla; l’uomo dal canto suo è meno abituato alla posizione nuova in cui si trova oggi, quella cioè di vedersi sedotto da una donna. È questo un comportamento ormai abituale ai nostri tempi, in cui la donna non attende più che sia l’uomo a fare il primo passo, ma, ben determinata rispetto a ciò che desidera, va e se lo prende,  riuscendo nel suo intento poiché difficilmente – e culturalmente – si getterebbe in una situazione a rischio, in cui l’uomo potrebbe rifiutarla.

Al contrario l’uomo forse ancora non sa ben comprendere i messaggi che gli arrivano, in particolare se di rifiuto, o di tentennamento, e molte donne lamentano oggi che gli uomini hanno smesso di corteggiare; in particolare sembrerebbe che l’uomo sia più rinunciatario, e ai primi segnali di riluttanza della donna lasci perdere e si guardi altrove, forse perché sa di trovare una maggiore disponibilità e presenza di donne e ha quindi più “scelta” nel grande mercato degli approcci.

Un fenomeno questo, sempre più diffuso, poiché l’uomo ha sempre meno la propensione a investire in una seduzione protratta nel tempo, quando accade che una donna si faccia troppo desiderare, e anche quando la donna manifesta la sua disponibilità si arriva spesso all’approccio concreto in breve, togliendo spazio al tempo dedicato alla conoscenza reciproca, al gioco di sguardi, di fantasie, di pensieri dedicati all’altro anche nella propria immaginazione.

In realtà quello del corteggiamento è un momento fondamentale che darà l’imprinting a tutta la relazione, indipendentemente da come questa evolverà in seguito. La donna, pur non ammettendolo sempre in modo esplicito, ama moltissimo tale fase e le attenzioni che l’uomo le rivolge, ama essere cercata, desiderata e pensata; ama le piccole attenzioni che la stupiscono o la commuovono.

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E le ricorderà sicuramente anche a distanza di anni. Ma è ben consapevole dei suoi limiti, sa quando non può più tirare troppo la corda poiché l’uomo può stancarsi del gioco e rinunciare, quindi lancia nuovamente dei messaggi di disponibilità, per far sì che l’uomo continui nel suo approccio, proprio perché desidera, in fondo, restare ancora nella fase del flirt, in cui ancora tutto è possibile e le fantasie giocano un ruolo fondamentale.

Dott.ssa Federica Giromella

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